Come diversificare il proprio portafoglio per proteggersi dai rischi di mercato? (17/20)

Questo post è la parte 17 di 20 della serie Diversifica il tuo portafoglio.

Ecco questi principi (questo elenco non pretende di essere esaustivo):

1) Compriamo un titolo come facciamo acquisti: confrontiamo qualità e prezzo. Approfittiamo quando ci sono le vendite e non compriamo quando il prezzo è al massimo (qui allontano volutamente tutti gli appassionati di analisi tecnica).

2) Giochiamo controcorrente (approccio “contrarian”). Questo è legato al primo punto. Ignoriamo l’effetto gruppo, fenomeno ben noto agli psicologi e molto presente nel mercato azionario. Si nutre delle nostre paure e della nostra avidità. È facile a dirsi, ma non a farsi, almeno non per tutti (e questo spiega il comportamento irregolare del mercato). Se riesci a farlo, allora hai già un enorme vantaggio. Buffet e Dreman sono molto bravi in questo giochino.

3) Giochiamo a lungo termine. Il mercato è focalizzato sul breve termine. Reagisce in modo molto forte alle ultime notizie, soprattutto quando non corrispondono alle previsioni. I gestori dei fondi devono ottenere risultati convincenti in un orizzonte temporale molto breve. Quindi tendono a ruotare molto le loro posizioni. Il mercato è una media in cui ci sono tanti titoli perdenti, che languiscono o scompaiono, ma anche alcune pepite che sono lì da moltissimo tempo. Dobbiamo quindi scommettere su questi valori eccezionali a lungo termine. Non importa se durante una fase ribassista perdono 30%, se il prezzo continua a guadagnare diverse decine di punti percentuali all'anno per diversi decenni. Il problema è che la maggior parte delle persone mantiene il proprio titolo solo per pochi anni. Allo stesso modo, non è necessario monitorare le proprie scorte ogni giorno. È controproducente e porta a decisioni sbagliate basate sulle nostre emozioni. Facendo un controllo trimestrale o anche annuale ti comporti come un vero investitore o manager d'azienda. Meglio: non ci concentriamo sul prezzo, ma sui risultati finanziari dell'azienda.

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4) Ci concentriamo su un portafoglio di dimensioni "ragionevoli": sufficientemente ampio da non perdere tutto in caso di errore, ma sufficientemente piccolo da essere indipendente dal mercato (più azioni ci sono, più ci avviciniamo necessariamente al mercato). Collegando questo punto al precedente, ci comportiamo come un vero investitore, quasi all'estremo come un imprenditore, alla maniera di Buffet o Bill Gates. Non è possibile né necessariamente auspicabile fare come loro, ma possiamo usarli come fonte di ispirazione. Pochi titoli di portafoglio di grandi dimensioni, di altissima qualità, con guadagni costanti per molti anni, qualunque cosa accada sul mercato e che manteniamo non per anni, ma per decenni. Privilegiamo le aziende che hanno un "franchising", ovvero un vantaggio competitivo, un quasi-monopolio o un marchio molto forte. Privilegiamo i settori dei beni di consumo. Quante posizioni in totale? Dipende dalla tolleranza al rischio di ciascuno, ma tra 20 e 50. Oltre è inutile, non riduciamo ulteriormente il rischio. Per fondi di investimento Sono centinaia... non c'è da stupirsi che non vadano meglio del mercato. Sono il mercato!

5) Creiamo il nostro metodo, cioè non seguendo consigli, ricette fatte da altri, guru della finanza, perché già tutti le copiano. Puoi adottare una strategia “value”, come Graham, ma creare criteri di valutazione adatti a te, in base alla tua personalità, alla tua propensione al rischio, al tuo orizzonte di investimento, ai tuoi mezzi, ecc. Quanto più una strategia ti si addice, tanto più è probabile che la seguirai, anche in caso di cattiva condotta. Soprattutto, più ti si addice, meno è probabile che gli altri facciano come te. E questo è l'unico modo per battere il mercato, forse non oggi, non domani, ma a lungo termine. Il mercato non contiene solo titoli in perdita, ma anche investitori o trader in perdita, che si arrendono lungo il percorso. Se mantieni la rotta perché la tua strategia è adatta a te, allora hai già vinto. Noterai anche che qui non ti sto dando formule già pronte, solo alcune idee per farti riflettere, in modo che tu possa sviluppare il tuo metodo.

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6) Stiamo cercando dividendi in crescitaQuesto è correlato al punto 3 di cui sopra. Non buttatevi sul primo titolo che paga dividendi elevati. Questo è spesso un segno di debolezza (ma a volte è solo il signor Mercato che è pignolo...). Evitate anche le aziende che non pagano dividendi o che li pagano a intervalli irregolari. Preferite invece le aziende che pagano dividendi in crescita da diversi decenni. Questa è la prova che sono ben gestite e che, qualunque cosa accada, riescono sempre a generare valore aggiunto.

7) Non stiamo cercando di battere il mercato. Paradossalmente, è concentrandosi sulla propria strategia e mantenendo la rotta, senza preoccuparsi troppo del risultato, che si hanno le migliori possibilità di battere il mercato.

 

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4 commento su “Comment diversifier son portefeuille pour se prévenir des risques de marché ? (17/20)”

  1. Filippo d'Asburgo

    Mi piace la prima frase del punto #5. Quindi farò esattamente l'opposto di quello che mi hai prescritto. Beh no sto scherzando, è un bellissimo articolo!

  2. Mi riferisco completamente a questo articolo e all'approccio che descrive. GRAZIE.

    Da parte mia, però, qualifico il punto 6: ovviamente i dividendi, che sono in aumento, sono ottimi, ma se ci si sofferma troppo su questo punto si rischiano di perdere grandi valori - spesso ciclici - consentendo anche importanti plusvalenze) e potenziare il portafoglio. Da parte mia mescolo quindi strategie sul punto dei dividendi.

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